Se vuoi cambiare il mondo intorno a te, devi prima cambiare il mondo dentro di te.
Coraggio, uguaglianza, felicità, eccellenza. Quattro parole meritevoli di attenzione che fanno riflettere, soprattutto pensando alla propria vita.
Hanno fatto grandi cose in passato e chissà quante cose succederanno nel futuro. Molte di queste ci sfuggono di mano, prendendo la loro strada senza aspettarti, come il progresso. Noi però possiamo contribuire per offrire ai nostri figli un futuro sano e genuino. In che modo?
Insegnando loro il coraggio!
Ora, non so che rapporto hai con questa parola. Se sei in conflitto o provi un senso di orgoglio. Ognuno ha la propria storia e adesso ti racconterò la mia.
Inizialmente non ho avuto un bel rapporto con il coraggio. Prima l’ho odiato e poi amato.
Non sono mai stato una persona coraggiosa, anzi, tutt’altro. Ero timido ed introverso e pure balbuziente. In pratica un disagiato (in certi momenti lo sono ancora).
Quando penso a questa parola mi torna in mente una bellissima citazione di mia nonna, che diceva “Samuè, tu hai il coraggio sotto i piedi! Non ti rendi conto che lo calpesti tutte le volte che fai un passo.”
Quanta saggezza in quella donna. Forse doveva lavorare un poco sulla sensibilità, ma era sincera!
comunque lei è stata una conferma: non ero una persona coraggiosa.
Poi però successe qualcosa di strano in me. All’età di 14 anni, precisamente 14 e 1 giorno, ebbi un brutto incidente stradale, sapete di quelli in cui stendono un lenzuolo bianco sopra il corpo. Da quel giorno la mia vita è cambiata e, inconsciamente, iniziai a lavorare sul mio coraggio.
Dopo più di 3 mesi passati al maxillo facciale, quando fui congedato dall’ospedale, provavo una grande rabbia verso il destino. Questa rabbia mi portò a sentire un senso di attrazione verso il pugilato. Ecco, lì trovai la persone che riuscì a trasformare la rabbia in coraggio, portandomi a essere un pugile agonista e salendo sopra quell’ansioso Ring. Fu il mio Maestro (Fernando Padariso). Credetemi, per uno come, timido e introverso, è stata come una violenza. Ogni volta che montavo su quel Ring non avevo paura delle botte, ma di essere giudicato e di deludere le persone che credevano in me.
Con lo sport e la pazienza del mio Maestro ho imparato le basi fondamentali per far crescere il coraggio: osando con determinazione, guardando in faccia le mie paure. A testa alta.
Ecco, la DETERMINAZIONE è importante. Ci sono alcune caratteristiche che identificano una persona coraggiosa, come appunto la determinazione che, in alcuni casi, diventa OSTINAZIONE davanti al fallimento.
Conosci quel detto che dice “o si vince o si impara“?
La persona coraggiosa non lascia che lo sconforto alteri le sue decisioni, bensì osserva gli errori, aggiusta il tiro, ricarica le energie e tenta nuovamente.
Questa è un’abilità con il quale nasciamo, ma in molti casi la creiamo applicandoci.
Tu che rapporto hai con le sconfitte (il fallimento)?
La storia ci insegna che il fallimento è un fattore comune in tutte le persone di successo, persone coraggiose.
Non so tu, ma nella mia vita ho raccolto talmente tanti fallimenti che potrei farci un album dei “brutti ricordi“, ma ti dirò, è un album al quale tengo molto. Da cui ho imparato tante cose.
Ho imparato ad applicare il coraggio con entusiasmo, anche se non mi ha portato al successo. Ma anche qui ci sarebbe da riflettere: cos’è per noi il successo?
La fama? I soldi? O la soddisfazione per ció che siamo?
Torniamo al racconto. Dato che tutto andava alla grade, il lavoro, lo sport, non potevo farmi mancare un altro episodio dirompente. A 23 anni ebbi un atro incidente. Questa volta sul Ring, portandomi purtroppo al ritiro.
Ero totalmente destabilizzato, privato della mia zona di comfort, e preso dallo sconforto non sapevo cosa fare. Mi guardavo allo specchio ripetendomi “e adesso Sam, che fai?”
Compresi che qualcosa stava nuovamente cambiando. Non potevo più fare affidamento sugli stimoli esterni per tirare fuori il coraggio, perché serviva subito. Non potevo aspettare. Quindi iniziai a cercare stimoli interni.
Ricordo non fu facile. Avevo perso il lavoro e la mia carriera sportiva era finita, quindi ero in uno stato mentale pessimo. Poi un giorno, passeggiando in città, non so bene come, fui attratto da una libreria. Quando fui entrato provai un senso di attrazione. Lì decisi di acquistare il mio primo libro.
Da buona persona ignorane che ero mica scelsi per autore o genere, bensì dalla copertina. L’autore fu Paulo Coelho ed il libro l’Alchimista.
Da quel giorno la letteratura fu sempre un grande stimolo, nella vita come a lavoro.
Inconsciamente avevo imparata a pormi degli obiettivi ambiziosi. Obiettivi che richiedevano una grande determinazione e coraggio.
Per farla breve avevo imparato a stimolarmi da solo. Senza l’ausilio del mio Maestro.
Da quel giorno fui un incubo per la mia insicurezza, mettendomi spesso in difficoltà da solo. Al limite del masochismo.
Da questi episodi fu un crescendo. Avevo preso sicurezza in me, ma non mi accontentavo, volevo conoscere i miei limiti. Per questo anno scorso decisi di percorrere 1.500km in 55gg di cammino, partendo dalla Francia e giungendo in Portogallo. Questa avventura è stata decisamente la sfida più grande a oggi, ma non è finita qui.
No, ho tanti altri bei progetti per allenare il mio coraggio. Perché dovete sapere: non c’è cosa più bella di imparare a conoscersi.
Questa personale parabola di vita è per dirti che il coraggio è una capacità che nasce e cresce allenandola. Grazie a stimoli esterni e interni.
Perché se ci pensi bene per essere veramente felici devi avere coraggio; per eccellere e fare la differenza devi avere coraggio, per lottare per ideali come l’uguaglianza devi avere coraggio.
Ho voluto raccontarti questa storia per invitarti a fare una cosa, solo una: non smettere mai di allenare il tuo coraggio. E togliti dalla testa il pensiero che non ti appartiene, perché non è vero! È lì, dentro di te, ed è da tempo che scalpita in attesa di dimostrare al mondo la tua grandezza!